Overturism è un termine che indica il sovraffollamento di turisti in una determinata meta. L’espressione è stata coniata nel 2016 in seguito a un’allarmante dichiarazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il turismo (UNWTO): nel mondo si era superata la soglia di un miliardo di turisti. Questa crescita esponenziale sembra avere diverse cause. Da un lato, le opportunità di viaggiare sono aumentate per un numero sempre maggiore di persone; dall’altro, i costi dell’industria del turismo si sono drasticamente ridotti. Si parla quindi di una vera e propria democratizzazione dei viaggi, favorita dall’avvento delle compagnie aeree low-cost e dalle piattaforme online per l’affitto di appartamenti a breve termine. Oggi, viaggiare è molto più semplice ed economico. Tanto che, secondo stime dell’Organizzazione mondiale del turismo, nel 2030, i turisti in viaggi per il mondo saranno più di 2 miliardi.
Tuttavia, Il problema dell’overturism non è esclusivamente legato all’aumento di turisti nelle varie località del mondo, ma anche, e anzi piuttosto, alla loro concentrazione in determinate destinazioni. Si stima infatti che l’80% dei viaggiatori sia concentrato nel 10% delle mete turistiche mondiali. Una delle cause principali di questa tendenza va ricercata nei social media: oggi, gli influencer giocano un ruolo fondamentale nella sponsorizzazione di destinazioni ed esperienze culturali, o culinarie, condividendo contenuti allettanti su piattaforme quali Instagram e Tiktok. Questo fenomeno rende virali determinate destinazioni turistiche, favorendo un turismo intensivo e poco sostenibile.
Le città più colpite dal turismo intensivo
Al giorno d’oggi la destinazione estiva più amata dai turisti è Lloret de Mar (Spagna), città che si sostiene con quasi una sola attività economica: il turismo. Segue Opatija (Croazia), una delle località balneari più popolari del nuovo millennio e molto affollata dai turisti in rapporto al numero dei suoi abitanti. Si aggiudica il terzo posto Venezia, che ormai conta meno di 50 mila “veri” residenti in laguna. Gli abitanti, esausti dal tumulto cittadino causato dal turismo intensivo – 98 mila visitatori giornalieri nel 2022 – si spostano altrove. Seguono poi le principali città del Portogallo, Lisbona e Porto. Nella top ten delle mete preferite dai turisti compaiono anche Palma di Maiorca (Spagna), Salisburgo 8Austria), Spalato (Croazia) e Bruges (Belgio). Chiude la classifica Santiago di Compostela, dove termina il cammino religioso cristiano più famoso in Europa. Il cammino accoglie una media di 400.000 pellegrini l’anno.
Le misure protettive delle città: Barcellona, Parigi, Venezia
Per contrastare questo boom di turisti, Barcellona – città che conta 15 milioni di visitatori all’anno – ha cercato di ridurre gli affitti a breve termine. Nel 2011 è stato introdotto un sistema di licenze obbligatorie per avere il permesso di pubblicare annunci per affitti a breve termine sulle piattaforme più utilizzate dai turisti, come Airbnb o Booking. Similmente, a Parigi, è stato istituito un numero massimo di appartamenti che si possono affittare. A Venezia è stata presa un’ulteriore misura: il turismo intensivo è stato contrastato prevedendo un ticket di accesso alla città del costo di 5 euro a persona nei fine settimana. I visitatori paganti sono stati 720 mila per un incasso che ammonta a 5,4 milioni di euro: il sistema – in atto dal 2024 per un totale di 54 giorni – ha funzionato.
Conseguenze allarmanti
L’overturism è quindi un fenomeno ormai diffuso su scala globale. Le conseguenze dannose che sta recando alle mete più colpite sono diverse. In primo luogo, il turismo intensivo sta cancellando le identità locali: i posti invasi dai turisti non sono più vivibili in alta stagione, tanto che alcune località sembrano aver modificato le proprie regole ed il proprio funzionamento per adattarsi alle esigenze del turismo.
Inoltre, la presenza eccessiva di visitatori sta lentamente danneggiando la flora e la fauna delle mete balneari. L’inquinamento di queste destinazioni ha raggiunto conseguenze disastrose: le barriere coralline si stanno estinguendo per la mancata salvaguardia dell’ambiente e per l’aumento di rifiuti – in mare e su terra – dovuto all’aumento di turisti. Per questo motivo, un’isola di Bali – Boracay – è stata chiusa al turismo proprio per queste ragioni.
Overturism in Europa: cause e origini
Overturism è un termine che indica il sovraffollamento di turisti in una determinata meta. L’espressione è stata coniata nel 2016 in seguito a un’allarmante dichiarazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il turismo (UNWTO): nel mondo si era superata la soglia di un miliardo di turisti. Questa crescita esponenziale sembra avere diverse cause. Da un lato, le opportunità di viaggiare sono aumentate per un numero sempre maggiore di persone; dall’altro, i costi dell’industria del turismo si sono drasticamente ridotti. Si parla quindi di una vera e propria democratizzazione dei viaggi, favorita dall’avvento delle compagnie aeree low-cost e dalle piattaforme online per l’affitto di appartamenti a breve termine. Oggi, viaggiare è molto più semplice ed economico. Tanto che, secondo stime dell’Organizzazione mondiale del turismo, nel 2030, i turisti in viaggi per il mondo saranno più di 2 miliardi.
Tuttavia, Il problema dell’overturism non è esclusivamente legato all’aumento di turisti nelle varie località del mondo, ma anche, e anzi piuttosto, alla loro concentrazione in determinate destinazioni. Si stima infatti che l’80% dei viaggiatori sia concentrato nel 10% delle mete turistiche mondiali. Una delle cause principali di questa tendenza va ricercata nei social media: oggi, gli influencer giocano un ruolo fondamentale nella sponsorizzazione di destinazioni ed esperienze culturali, o culinarie, condividendo contenuti allettanti su piattaforme quali Instagram e Tiktok. Questo fenomeno rende virali determinate destinazioni turistiche, favorendo un turismo intensivo e poco sostenibile.
Le città più colpite dal turismo intensivo
Al giorno d’oggi la destinazione estiva più amata dai turisti è Lloret de Mar (Spagna), città che si sostiene con quasi una sola attività economica: il turismo. Segue Opatija (Croazia), una delle località balneari più popolari del nuovo millennio e molto affollata dai turisti in rapporto al numero dei suoi abitanti. Si aggiudica il terzo posto Venezia, che ormai conta meno di 50 mila “veri” residenti in laguna. Gli abitanti, esausti dal tumulto cittadino causato dal turismo intensivo – 98 mila visitatori giornalieri nel 2022 – si spostano altrove. Seguono poi le principali città del Portogallo, Lisbona e Porto. Nella top ten delle mete preferite dai turisti compaiono anche Palma di Maiorca (Spagna), Salisburgo 8Austria), Spalato (Croazia) e Bruges (Belgio). Chiude la classifica Santiago di Compostela, dove termina il cammino religioso cristiano più famoso in Europa. Il cammino accoglie una media di 400.000 pellegrini l’anno.
Le misure protettive delle città: Barcellona, Parigi, Venezia
Per contrastare questo boom di turisti, Barcellona – città che conta 15 milioni di visitatori all’anno – ha cercato di ridurre gli affitti a breve termine. Nel 2011 è stato introdotto un sistema di licenze obbligatorie per avere il permesso di pubblicare annunci per affitti a breve termine sulle piattaforme più utilizzate dai turisti, come Airbnb o Booking. Similmente, a Parigi, è stato istituito un numero massimo di appartamenti che si possono affittare. A Venezia è stata presa un’ulteriore misura: il turismo intensivo è stato contrastato prevedendo un ticket di accesso alla città del costo di 5 euro a persona nei fine settimana. I visitatori paganti sono stati 720 mila per un incasso che ammonta a 5,4 milioni di euro: il sistema – in atto dal 2024 per un totale di 54 giorni – ha funzionato.
Conseguenze allarmanti
L’overturism è quindi un fenomeno ormai diffuso su scala globale. Le conseguenze dannose che sta recando alle mete più colpite sono diverse. In primo luogo, il turismo intensivo sta cancellando le identità locali: i posti invasi dai turisti non sono più vivibili in alta stagione, tanto che alcune località sembrano aver modificato le proprie regole ed il proprio funzionamento per adattarsi alle esigenze del turismo.
Inoltre, la presenza eccessiva di visitatori sta lentamente danneggiando la flora e la fauna delle mete balneari. L’inquinamento di queste destinazioni ha raggiunto conseguenze disastrose: le barriere coralline si stanno estinguendo per la mancata salvaguardia dell’ambiente e per l’aumento di rifiuti – in mare e su terra – dovuto all’aumento di turisti. Per questo motivo, un’isola di Bali – Boracay – è stata chiusa al turismo proprio per queste ragioni.
Fonti:
https://ecobnb.it/blog/2019/12/overtourism-cause-conseguenze-soluzioni/
https://www.questionecivile.it/2024/08/09/overtourism-cosa-e-origini-conseguenze-soluzioni-sperimentali/
https://www.ilsole24ore.com/art/qual-e-meta-europea-piu-affollata-lloret-de-mar-batte-tutti-ma-venezia-e-terza-AFfUT6MD?refresh_ce=1
https://www.questionecivile.it/2024/08/09/overtourism-cosa-e-origini-conseguenze-soluzioni-sperimentali/
Foto: tratte da Wikimedia
Prima di titolo, Fontana di Trevi
Dopo titolo, Barceloneta
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