Buongiorno a tutti, mi chiamo Chiara, sono un’insegnante della scuola italiana Leonardo da Vinci di Parigi.
Ho insegnato francese in Italia, alla scuola secondaria di I grado in provincia di Venezia per più di vent’anni facendo vari progetti per incentivare e diffondere lo studio della lingua e della cultura francese che, soprattutto nell’ultimo decennio, ha subito un declino.
Declino dovuto alle mode che cambiano e alle inclinazioni della politica economica. I principi dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese restano però, per noi europei e per noi italiani, nonostante le rivalità di cugini d’oltralpe, dei pilastri e dei punti di riferimento culturali, storici e sociali che non si lasciano influenzare dalle mode.
A cinquant’anni, se mi guardo indietro e ripercorro le diverse tappe e le differenti scelte che ho compiuto nel mio percorso, posso affermare che il francese e la Francia sono stati per me il filo conduttore.
Siamo tutti in cammino, siamo tutti un po’ migranti. Qualcuno per caso, altri per costrizione, i più fortunati per scelta.
Sono trascorsi quindici mesi da quando sto vivendo un’esperienza di questo genere, una nuova dimensione, provando, in qualche modo, ad essere un’emigrata, un’espatriata del nostro tempo. È stata una scelta la mia? È stato un caso? C’è un fil rouge nel mio percorso? Sicuramente sì, il filo conduttore c’è. Quello che si fa prima, prepara ciò che arriva dopo. Ricordo un mio professore di religione alle superiori che diceva: “Primo nell’intenzione, ultimo nel raggiungimento”, questo messaggio era riferito alla nostra prospettiva di vita, alla nostra idea di futuro. Stimolava noi giovani studenti, con mille idee in testa, dubbi e difficoltà, a riflettere attraverso i dibattiti in classe cercando di farci capire chi eravamo e chi volevamo diventare, era una prospettiva lontana nel tempo, ma il futuro ce lo stavamo già costruendo, il futuro era nelle nostre mani in quel presente. Ecco perché allora il mio insegnante ci mostrava segni proiettati nel futuro. Ciò che voleva comunicarci era: “La tua idea di oggi, il tuo sogno di questo presente che stai vivendo, può diventare realtà domani! Studia, lavora, combatti e vedrai che tutto ciò che semini, raccoglierai”. Ci vuole pazienza, dedizione, impegno, determinazione, qualche volta si potrà provare l’esperienza della caduta, ma l’obiettivo da raggiungere dev’essere sempre un faro davanti a noi, è quello l’obiettivo da perseguire e anche se non sempre la strada è dritta, attraverso vari percorsi più o meno tortuosi, si può arrivare.
Se penso quindi alla mia vita, al mio percorso personale e professionale, tutto mi ha portata qui, dove sono oggi. Dalla campagna alla città, da una grande scuola di provincia, a una piccola scuola borghese del centro storico di Parigi, da centinaia di alunni all’anno da seguire a solo alcuni, da un edificio scolastico asettico, tipico degli anni ’70 del ‘900 ad un palazzo storico in stile liberty. Questa immagine dà già l’idea di un notevole cambiamento.
Parigi: da sogno a realtà, da immaginaria ad autentica.
Tutto si è trasformato, tutto ora prende forma, esce dai libri di storia, dai romanzi studiati e diventa reale, cammina con me per le strade di Parigi. Oggi, immersa in questa capitale, circondata da attrazioni di ogni genere che attraversano le diverse forme artistiche e culturali, ho l’impressione di dare vita a tutto ciò che ho letto e studiato negli anni che hanno preceduto questo mio incontro con la città. Viverla, abitarla assume tutt’altro sapore che venirci in vacanza e prende un nuovo significato.
Chiara a PARIGI di Chiara Convento
Buongiorno a tutti, mi chiamo Chiara, sono un’insegnante della scuola italiana Leonardo da Vinci di Parigi.
Ho insegnato francese in Italia, alla scuola secondaria di I grado in provincia di Venezia per più di vent’anni facendo vari progetti per incentivare e diffondere lo studio della lingua e della cultura francese che, soprattutto nell’ultimo decennio, ha subito un declino.
Declino dovuto alle mode che cambiano e alle inclinazioni della politica economica. I principi dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese restano però, per noi europei e per noi italiani, nonostante le rivalità di cugini d’oltralpe, dei pilastri e dei punti di riferimento culturali, storici e sociali che non si lasciano influenzare dalle mode.
A cinquant’anni, se mi guardo indietro e ripercorro le diverse tappe e le differenti scelte che ho compiuto nel mio percorso, posso affermare che il francese e la Francia sono stati per me il filo conduttore.
Siamo tutti in cammino, siamo tutti un po’ migranti. Qualcuno per caso, altri per costrizione, i più fortunati per scelta.
Sono trascorsi quindici mesi da quando sto vivendo un’esperienza di questo genere, una nuova dimensione, provando, in qualche modo, ad essere un’emigrata, un’espatriata del nostro tempo. È stata una scelta la mia? È stato un caso? C’è un fil rouge nel mio percorso? Sicuramente sì, il filo conduttore c’è. Quello che si fa prima, prepara ciò che arriva dopo. Ricordo un mio professore di religione alle superiori che diceva: “Primo nell’intenzione, ultimo nel raggiungimento”, questo messaggio era riferito alla nostra prospettiva di vita, alla nostra idea di futuro. Stimolava noi giovani studenti, con mille idee in testa, dubbi e difficoltà, a riflettere attraverso i dibattiti in classe cercando di farci capire chi eravamo e chi volevamo diventare, era una prospettiva lontana nel tempo, ma il futuro ce lo stavamo già costruendo, il futuro era nelle nostre mani in quel presente. Ecco perché allora il mio insegnante ci mostrava segni proiettati nel futuro. Ciò che voleva comunicarci era: “La tua idea di oggi, il tuo sogno di questo presente che stai vivendo, può diventare realtà domani! Studia, lavora, combatti e vedrai che tutto ciò che semini, raccoglierai”. Ci vuole pazienza, dedizione, impegno, determinazione, qualche volta si potrà provare l’esperienza della caduta, ma l’obiettivo da raggiungere dev’essere sempre un faro davanti a noi, è quello l’obiettivo da perseguire e anche se non sempre la strada è dritta, attraverso vari percorsi più o meno tortuosi, si può arrivare.
Se penso quindi alla mia vita, al mio percorso personale e professionale, tutto mi ha portata qui, dove sono oggi. Dalla campagna alla città, da una grande scuola di provincia, a una piccola scuola borghese del centro storico di Parigi, da centinaia di alunni all’anno da seguire a solo alcuni, da un edificio scolastico asettico, tipico degli anni ’70 del ‘900 ad un palazzo storico in stile liberty. Questa immagine dà già l’idea di un notevole cambiamento.
Parigi: da sogno a realtà, da immaginaria ad autentica.
Tutto si è trasformato, tutto ora prende forma, esce dai libri di storia, dai romanzi studiati e diventa reale, cammina con me per le strade di Parigi. Oggi, immersa in questa capitale, circondata da attrazioni di ogni genere che attraversano le diverse forme artistiche e culturali, ho l’impressione di dare vita a tutto ciò che ho letto e studiato negli anni che hanno preceduto questo mio incontro con la città. Viverla, abitarla assume tutt’altro sapore che venirci in vacanza e prende un nuovo significato.
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