Il 4 agosto 1906, alle quattro di pomeriggio di una bella giornata, il piroscafo Sirio, partito da Genova e diretto in Brasile, restava incagliato al largo di Capo Palos, sulla costa mediterranea della Spagna. A bordo si trovavano centinaia di migranti del Nord Italia in viaggio per le Americhe e questa era l’ultima di una lunga serie di traversate atlantiche cominciata nel luglio del 1883. Le vittime del disastro ufficialmente riconosciute furono duecentonovantatré; molte di più secondo la stampa dell’epoca.
Tocca a un anonimo cantastorie dare conto della vicenda con il linguaggio asciutto e privo di inflessioni patetiche della narrazione popolare. Nell’ultima strofa della ballata compare la figura di un prelato che benedice i naufraghi: si tratta del vescovo di São Paulo del Brasile, José de Camargo Barros.
La struttura melodico-testuale ha andamento strofico, ma è curiosa la ripetizione dell’ultimo distico con l’aggiunta dell’onomatopea (lerì-lerà) e il cambio della melodia in funzione espressiva: un arco melodico che in questo caso parte dal registro acuto e, con progressione discendente, termina nel grave coprendo tutta l’ottava.
Le esecuzioni reperibili in rete e nella discografia di questo conosciutissimo canto sono numerose: tra le più diffuse quella dell’LP (e prima dello spettacolo curato da Roberto Leydi per il Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1965) Bella ciao, e quella di Francesco De Gregori assieme a Giovanna Marini contenuta nell’album Il fischio del vapore dell’anno 2002.
La trascrizione riportata riprende la versione dello spettacolo Bella Ciao.
Il Tragico Naufragio della Nave Sirio di Andrea Passerelli
Il 4 agosto 1906, alle quattro di pomeriggio di una bella giornata, il piroscafo Sirio, partito da Genova e diretto in Brasile, restava incagliato al largo di Capo Palos, sulla costa mediterranea della Spagna. A bordo si trovavano centinaia di migranti del Nord Italia in viaggio per le Americhe e questa era l’ultima di una lunga serie di traversate atlantiche cominciata nel luglio del 1883. Le vittime del disastro ufficialmente riconosciute furono duecentonovantatré; molte di più secondo la stampa dell’epoca.
Tocca a un anonimo cantastorie dare conto della vicenda con il linguaggio asciutto e privo di inflessioni patetiche della narrazione popolare. Nell’ultima strofa della ballata compare la figura di un prelato che benedice i naufraghi: si tratta del vescovo di São Paulo del Brasile, José de Camargo Barros.
La struttura melodico-testuale ha andamento strofico, ma è curiosa la ripetizione dell’ultimo distico con l’aggiunta dell’onomatopea (lerì-lerà) e il cambio della melodia in funzione espressiva: un arco melodico che in questo caso parte dal registro acuto e, con progressione discendente, termina nel grave coprendo tutta l’ottava.
Le esecuzioni reperibili in rete e nella discografia di questo conosciutissimo canto sono numerose: tra le più diffuse quella dell’LP (e prima dello spettacolo curato da Roberto Leydi per il Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1965) Bella ciao, e quella di Francesco De Gregori assieme a Giovanna Marini contenuta nell’album Il fischio del vapore dell’anno 2002.
La trascrizione riportata riprende la versione dello spettacolo Bella Ciao.
Link https://www.youtube.com/watch?v=ofOYtuTZ6kc
https://www.youtube.com/watch?v=_7Dzb4M39jo
Fonti immagini
Naufragio Sirio 1 Fonte: Lega Navale Sestri Levante in “Brescia Today”
Naufragio Sirio 2 Fonte: Wikipedia
Categorie
Recent Posts
Immigrazione italiana: Dai sottoscali delle navi alla cancellazione linguistica di Cleiton de Queiroz
19 Novembre 2025ROBERT LOUIS STEVENSON, EMIGRANTE PER DILETTO di Andrea Passerelli (Seconda parte)
15 Novembre 2025La Cité Universitaire di Parigi: un secolo di storia 1925 – 2025: 100 anni di Chiara Convento
15 Novembre 2025Archivi