«Com’è il Brasile?» E’ una domanda che mi sono sentita fare molte volte al ritorno dai miei viaggi. In verità una risposta non ce l’ho o, meglio, non riuscirei a darla in una sola frase, perché il Brasile è un’immensità e una varietà di cose allo stesso tempo. Prendendo in mano un mappamondo possiamo renderci conto delle sue dimensioni, 28 volte l’Italia, poco più piccolo dell’Europa. Ebbene sì, il Brasile è un Paese ma per la sua vastità potrebbe essere ragionevolmente considerato un continente.
Personalmente ho avuto la fortuna di capitarci, dico “fortuna” perché il mio primo viaggio nel Paese è avvenuto per un caso, quando si era liberato un posto all’interno di un gruppo di giovani volontari in partenza per una missione in Rondonia. Il primo impatto una volta arrivata fu la sensazione di vastità, agli occhi di un’europea gli spazi risultavano enormi, così come le distanze. Viaggiando per migliaia di chilometri da nord a sud passammo dal clima equatoriale di Manaus sul Rio delle Amazzoni alle temperature decisamente più miti presso le cascate di Iguaçu al confine con l’Argentina. Nel mezzo visitammo città sulla costa come Recife e Olinda, dal passato coloniale, e l’immensa Rio de Janeiro, dove l’agglomerato urbano si estende a perdita d’occhio; d’altro canto, luoghi dove la presenza umana è praticamente inesistente, come l’area umida del Pantanal, con una vastità di specie vegetali e animali tra cui immergersi da lasciare senza fiato. Con un itinerario ad anello all’interno del Paese, in poco più di due settimane i chilometri percorsi furono oltre 30.000 con 10 voli interni. Quell’esperienza fu un tale concentrato di bellezza, colori, profumi, incontri, che mi riportò a casa con un’inguaribile “saudade do Brasil” e desiderio di ritornare.
Fu così, negli anni sono tornata più volte, non solo da viaggiatrice, come a Salvador de Bahia, dove la sensazione è stata quella di vivere in una miscellanea di costumi e tradizioni africane, indigene ed europee, ma anche da volontaria in visita a progetti sociali e ambientali, come il soggiorno presso una scuola agricola nella semiarida Caatinga nordestina. Ciò che è stato personalmente toccante durante queste esperienze e gli incontri fatti è che pur tra estreme differenze sociali e nelle condizioni di vita, il Brasile da nord a sud è accomunato da un senso di accoglienza calorosa e affetto autentico nei confronti dell’ospite.
L’ultimo viaggio, concentrato nello stato del Rio Grande do Sul, è stato forse il più singolare tra tutti: viaggiando tra vigneti e cittadine con nomi di origine italiana, la sensazione è stata quella di sentirsi a casa, finendo spesso per comunicare con gli abitanti in dialetto veneto.
Viaggiare a ritmo lento sostando nei luoghi, imparare la lingua dai bambini al doposcuola, conversare con le persone sulle comuni origini venete, osservare i paesaggi durante i lunghi spostamenti in autobus, sono esperienze che mi hanno permesso di cogliere innumerevoli sfaccettature di questo immenso Paese e le diversità racchiuse al suo interno. Tali diversità costituiscono la ricchezza e la bellezza del Brasile, che mai si finisce di conoscere e apprezzare, viaggio dopo viaggio, esperienza dopo esperienza.
Brasile, caleidoscopio di esperienze di Anna Corradini
«Com’è il Brasile?» E’ una domanda che mi sono sentita fare molte volte al ritorno dai miei viaggi. In verità una risposta non ce l’ho o, meglio, non riuscirei a darla in una sola frase, perché il Brasile è un’immensità e una varietà di cose allo stesso tempo. Prendendo in mano un mappamondo possiamo renderci conto delle sue dimensioni, 28 volte l’Italia, poco più piccolo dell’Europa. Ebbene sì, il Brasile è un Paese ma per la sua vastità potrebbe essere ragionevolmente considerato un continente.
Personalmente ho avuto la fortuna di capitarci, dico “fortuna” perché il mio primo viaggio nel Paese è avvenuto per un caso, quando si era liberato un posto all’interno di un gruppo di giovani volontari in partenza per una missione in Rondonia. Il primo impatto una volta arrivata fu la sensazione di vastità, agli occhi di un’europea gli spazi risultavano enormi, così come le distanze. Viaggiando per migliaia di chilometri da nord a sud passammo dal clima equatoriale di Manaus sul Rio delle Amazzoni alle temperature decisamente più miti presso le cascate di Iguaçu al confine con l’Argentina. Nel mezzo visitammo città sulla costa come Recife e Olinda, dal passato coloniale, e l’immensa Rio de Janeiro, dove l’agglomerato urbano si estende a perdita d’occhio; d’altro canto, luoghi dove la presenza umana è praticamente inesistente, come l’area umida del Pantanal, con una vastità di specie vegetali e animali tra cui immergersi da lasciare senza fiato. Con un itinerario ad anello all’interno del Paese, in poco più di due settimane i chilometri percorsi furono oltre 30.000 con 10 voli interni. Quell’esperienza fu un tale concentrato di bellezza, colori, profumi, incontri, che mi riportò a casa con un’inguaribile “saudade do Brasil” e desiderio di ritornare.
Fu così, negli anni sono tornata più volte, non solo da viaggiatrice, come a Salvador de Bahia, dove la sensazione è stata quella di vivere in una miscellanea di costumi e tradizioni africane, indigene ed europee, ma anche da volontaria in visita a progetti sociali e ambientali, come il soggiorno presso una scuola agricola nella semiarida Caatinga nordestina. Ciò che è stato personalmente toccante durante queste esperienze e gli incontri fatti è che pur tra estreme differenze sociali e nelle condizioni di vita, il Brasile da nord a sud è accomunato da un senso di accoglienza calorosa e affetto autentico nei confronti dell’ospite.
L’ultimo viaggio, concentrato nello stato del Rio Grande do Sul, è stato forse il più singolare tra tutti: viaggiando tra vigneti e cittadine con nomi di origine italiana, la sensazione è stata quella di sentirsi a casa, finendo spesso per comunicare con gli abitanti in dialetto veneto.
Viaggiare a ritmo lento sostando nei luoghi, imparare la lingua dai bambini al doposcuola, conversare con le persone sulle comuni origini venete, osservare i paesaggi durante i lunghi spostamenti in autobus, sono esperienze che mi hanno permesso di cogliere innumerevoli sfaccettature di questo immenso Paese e le diversità racchiuse al suo interno. Tali diversità costituiscono la ricchezza e la bellezza del Brasile, che mai si finisce di conoscere e apprezzare, viaggio dopo viaggio, esperienza dopo esperienza.
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